“Circa sei anni fa si iniziava a parlare di BIM, ma la cultura e la maturità digitale degli operatori del settore era tutta da costruire. Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione molto diversa. Il settore è cresciuto, si è affermata l’obbligatorietà per la pubblica amministrazione e questo ha dato una forte spinta. La strada da percorrere, tuttavia, è ancora lunga.”
È con queste parole che il moderatore Luca Moscardi, Consigliere di ASSOBIM, ha introdotto, in data giovedì 5 ottobre presso la sede milanese di ESA engineering, il Talk Event intitolato “Il Valore del dato nel Real Estate”, evento promosso da ESA in occasione della Milano Digital Week 2023, sponsorizzato da Leica Geosystems.
A raccontare lo stato dell’arte attuale e ad offrire il proprio punto di vista sulla diffusione della cultura del dato sono stati:
- Ing. Cristiano Brambilla – Senior Vice President – Hines Italy
- Arch. Ruggero Poma – Development Director – Coima
- Arch. Riccardo Ronchi – Managing Director Development Management – Kryalos
- Ing. Donato Stoppiello – Manager – Efm
- Ing. Tommaso Lorenzi – BIM Manager MEP Department – ESA engineering
- Arch. Antonio Miano – BIM Manager Arch Department – ESA engineering
Ma che cos’è il dato? E cosa definisce il suo valore?
Il dato è fondamentale. “È il petrolio di questo millennio”. La sua definizione non è univoca, ma per tutti gli interlocutori del settore rappresenta una necessità mandatoria.
Quando si parla di dati è importante comprenderne e analizzarne l’utilità nel particolare contesto, definendo come gestirne la produzione in modo efficacie, in relazione alle richieste ed esigenze del mercato. L’approccio data-driven parte dalla progettazione. Le scelte progettuali, infatti, non sono più condizionate esclusivamente dalle sensazioni, dall’esperienza del progettista, ma possono essere supportate da una solida analisi dei dati.
Questo approccio si basa su un’efficacie definizione di esigenze, requisiti, indicatori di performance ed è volto a migliorare quanto più possibile il risultato finale. Lo scenario che si delinea richiede, d’altra parte, la standardizzazione delle informazioni attraverso linee guida o framework chiari, in grado di promuovere un lessico comune o un linguaggio condiviso che favorisca l’adattabilità e l’applicazione all’interno della pianificazione, costruzione, gestione e manutenzione di un edificio.
Il dibattito si è soffermato, di conseguenza, sulla capacità di comunicare e servire i dati intelligenti con coerenza, consentendone la pratica nell’intero progetto, dalle fasi iniziali alla costruzione. Quando si progetta con l’uso del BIM, infatti, il progetto acquista complessità, offrendo un approccio tecnologico più veloce e avanzato che permetta un dialogo e un’integrazione delle varie discipline, ma ancora oggi rimane un ampio divario nell’industria delle costruzioni, che vede il cantiere come scenario in cui comunemente è adottato un approccio più tradizionale.
Un altro tema discusso è stata l’idea di un futuro passaporto digitale per l’utente finale degli edifici esistenti e nuovi e, infine, il potenziale dei dati e la loro interpretazione, essenziale dal punto di vista dei futuri utenti finali.
Alcune delle sfide presentate durante l’intervento sono state la necessità di immagazzinare una grande quantità di dati, come selezionare la qualità, come gestire e interfacciarsi con essi e, soprattutto, la necessità di contestualizzare le informazioni raccolte. Le prospettive sono immense rispetto ai limiti che lo scenario dei big data ci pone.